16.30, 18.30 e 22.15 Chi è senza colpa / 20.30 Timbuktu
Domenica 22 Marzo
/ CINEMA ore 16.30, 18.30 e 22.15
Chi è senza colpa
Di Michael R. Roskam
Con Tom Hardy, Noomi Rapace, James Gandolfini, Elizabeth Rodriguez
Titolo originale The Drop
Drammatico, durata 106 min. – USA 2014
Un grande Tom Hardy al centro di storie di ordinaria violenza in Brooklyn (con Tom Hardy e l’ultima grande interpretazione di James Gandolfini)
(Toronto Film Festival – Torino Film Festival)
La letteratura su Brooklyn e il mito che spesso ammanta uno dei borough piu’ famosi che compongono New York ne fanno spesso un vero e proprio personaggio dei film che vi vengono ambientati, al pari della citta’ di Boston. Poche volte pero’ come in questo caso se ne era riuscita a sentire la presenza in maniera tanto preponderante, soprattutto nelle dinamiche tra i protagonisti, e i non detti che in qualche maniera riescono a venir trasmessi da tanta comunicazione non verbale di due colonne come Tom Hardy e James Gandolfini.
Londinese il primo, ma in grado di fornire una interpretazione potente anche nella sua fissita’ e ‘assenza’, originario del New Jersey il secondo (che nel film di Michaël R. Roskam offre la sua ultima prova in assoluto), ma talmente identificato con il personaggio di Tony Soprano da risultare perfetto come controparte sorprendente e ambiguo riferimento per molte delle figure che appaiono sulla scena.
Entrambi, ognuno a suo modo, sono emblematici del tono del film, che ci offre un crescendo cupo e affascinante. Il rivelarsi graduale dei personaggi, infatti, e’ una sorpresa che non gioca sull’effetto ma si lascia scoprire quasi senza essere sottolineata. E ci rivela la vera faccia di quella che sembra una placida e persino dimessa realtà.
Il ritrovamento del pitbull, al centro della storia – tratta infatti dal racconto breve Animal Rescue di Dennis Lehane, e del romanzo, The Drop, scaturitone – ci offre l’innesco (oltre alla possibilita’ di godere della presenza di una Noomi Rapace forse meno brillante e convincente, ma assolutamente omogenea ai suoi parnter), ma la carica esplosiva che attende per rivelarsi e’ quella stessa che avremmo potuto riconoscere subito se fossimo nati a Brooklyn e cresciuti tra “gente che non puoi cambiare” la’ dove ‘Dio sembra essere andato via’…
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Ingresso
Intero € 7,00 • Ridotto € 6,00 per soci Unicoop Firenze e correntisti Banca di Cambiano
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con le specialità preparate dai ragazzi coordinati da Matteo Alessi
APERICINEMA • ingresso al film + aperitivo = € 12,00
/ CINEMA ore 20.30
Timbuktu
Di Abderrahmane Sissako
Con Ibrahim Ahmed, Toulou Kiki, Abel Jafri, Fatoumata Diawara, Hichem Yacoubi
Titolo originale Le chagrin des oiseaux
Drammatico, durata 97 min. – Francia, Mauritania 2014
Il film di Sissako è semplicemente ipnotico. Siamo così alieni a quei linguaggi, paesaggi e usanze da rimanere letteralmente incantati di fronte alla bravura degli attori, alla potenza dei personaggi e alla bellezza dei paesaggi. Presentato con successo in Concorso all’ultimo Festival di Cannes 2014, ha avuto l’onore di entrare nella cinquina per Miglior Film Straniero alla 87esima edizione degli Oscar in arrivo il prossimo 22 febbraio.
Se era già bello prima… ora Timbuktu sembra proprio il film del presente storico che stiamo vivendo. È ovvio che il pensiero andrà al califfato di Abu Bakr al-Baghdadi (ISIS) quando uscirete da questa storia bellissima sulla tolleranza religiosa di un Islam pacifico in contrasto con il fanatismo di fondamentalisti che nel film del regista proveniente dalla Mauritania Abderrahmane Sissako occupano fin dalla prima immagine la città di Timbuktu nel nord del Mali, in piena Africa Occidentale poco a sud dell’Algeria.
Nella realtà Timbuktu è stata liberata dai fondamentalisti nel 2013 grazie all’intervento del governo francese. Il film racconta di un tempo sospeso in cui questo gruppo di occupanti anche piuttosto maldestri e divisi tra loro (divertente la figura di quello incapace di rispettare i dogmi ed interessato molto di più al sesso di quello che vorrebbe far credere), sono pronti a prendere il controllo di una comunità pacifica divisa tra la totale indifferenza nei loro confronti e una sempre più evidente esasperazione per via di regole sempre più assurde da seguire (una donna protesterà per l’obbligo di mettersi dei guanti che a suo dire le impedirebbero di fare bene il suo lavoro).
Non lontani dalla città vivono il pastore Kidane con sua moglie Satima e la figlia Toya. Riusciranno a rimanere separati da quel fanatismo religioso sempre più invadente oppure anche loro avranno a che fare con quel gruppo di jihadisti a metà strada tra l’armata Brancaleone e la più spietata cellula jihadista (sono pronti a discutere per ore con l’Iman del luogo convinti che il Corano sia dalla loro parte). Nel frattempo… Kidane, Satima e Toya vivono sempre più nascosti nella loro oasi fuori dal tempo, tra chiacchiere, bevute, giochi e atti di generosità. Kidane stima il piccolo guardiano di buoi Issan al punto da volergli donare parte del suo bestiame.
Il film di Sissako è semplicemente ipnotico. Siamo così alieni a quei linguaggi, paesaggi e usanze da rimanere letteralmente incantati di fronte alla bravura degli attori, alla potenza dei personaggi e alla bellezza dei paesaggi. C’è un’angoscia che cresce costante. Un senso della tragedia imminente. Eppure, il regista è bravissimo a inquadrare le crepe di umanità e buon senso anche tra i jihadisti apparentemente più duri e puri.
In edizione italiana il film sarà doppiato per tutte le parti in lingua bambara e berbero (il linguaggio degli autoctoni del Mali) mentre la parlata degli jihadisti (ovviamente l’arabo) manterrà l’originale con i sottotitoli in italiano.
Francesco Alò
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Ingresso
Intero € 7,00 • Ridotto € 6,00 per soci Unicoop Firenze e correntisti Banca di Cambiano