16.30, 18.00 e 19.30 Parigi a piedi nudi / 21.30 Quanto basta
Lunedì 28 Maggio
/ CINEMA ore 16.30, 18.00 e 19.30
Parigi a piedi nudi
Di Dominique Abel, Fiona Gordon
Con Dominique Abel, Fiona Gordon, Emmanuelle Riva, Pierre Richard, Emmy Boissard Paumelle, Céline Laurentie, Charlotte Dubery, David Palatino, Frédéric Meert, Guillaume Delvingt.
Genere: commedia – durata: 84 minuti – produzione: Francia, Belgio 2016
Il cinema di Fiona Gordon e Dominique Abel smentisce le apparenze. Lo crediamo minimalista ma a torto perché ciascuna immagine dispiega un ventaglio di idee, di invenzioni, di emozioni. Lo crediamo artificioso e costruito con precisione millimetrica ma in realtà diventa ogni volta terreno di gioco dove tutto slitta traboccando libertà, spontaneità e audacia.
Fiona, bibliotecaria canadese, riceve una lettera da una vecchia zia partita anni prima per Parigi. Martha ha ottantotto anni, la testa tra le nuvole e la paura di finire in un ricovero. Per scongiurare l’ipotesi chiede aiuto alla nipote che sacco in spalla sbarca in città. Eterna ‘gaffeuse’, Fiona si perde, finisce a bagno nella Senna e fa la conoscenza di Dom, un clochard seduttore che vive sulle sponde del fiume. Dom si invaghisce di Fiona e la segue dappertutto. Da principio infastidita, comprende presto di aver bisogno di lui per ritrovare Martha, misteriosamente scomparsa.
Questo gioco dei contrari è appannaggio dei grandi artisti. Comparati regolarmente a Jacques Tati, di cui Gordon e Abel rivendicano con rispetto l’ascendente, se ne appropriano offrendogli una nuova giovinezza, senza cadere mai nella citazione reverenziale e museale. Che disegnino il ritratto di una donna che scopre la sua dipendenza dal freddo (”L’Iceberg”) o la storia d’amore tra una fata e un portiere d’albergo (”La Fée”), le loro opere tracciano una strada singolare e funambolica, oscillando tra dramma e burlesque, che riposa sul principio quasi immutabile di un corpo (fisico o sociale) di fronte a un’avversità (materiale o esistenziale).
La dimensione ludica e poetica del loro lavoro non è mai sterile o naïve e interroga il mondo in maniera garbatamente assurda prima di incantarlo. Equivoci, abbagli, casualità, felicità o tragedie nutrono una sceneggiatura che pesca nei piccoli drammi anonimi del nostro quotidiano e tra gli outsiders eccentrici che lo calcano con piedi enormi. Una straniera smarrita, un senza tetto lunare, una donna âgée e il suo antico amore si cercano, si trovano e si perdono ancora lungo le strade di Parigi, sulle rive della Senna, dentro appartamenti haussmaniani o tende canadesi.
Ricreazione di piste colorate e ludiche, ‘Parigi a piedi nudi’ è definitivamente un burlesque francese, benché Fiona Gordon sia canadese e Dominique Abel belga. Attori e autori dalla personalità gentile, aggiungono sempre ai propri personaggi una presenza irreale. Fata dinoccolata lei, clown attonito lui, le silhouette filiformi, quasi giacomettiane, tendono sempre verso la danza e si allacciano questa volta in un tango elastico su un bateau-mouche. Il pericolo del burlesque è di cedere talvolta all’artificio o alla poesia leziosa ma Gordon e Abel lo eludono correggendo la gentilezza dei loro protagonisti con un pizzico di crudeltà o una nota di malcontento come nella scena al cimitero, dove un elogio funebre deraglia fino all’insulto. Lo aggirano ancora riproducendo in maniera inedita una porzione di reale.
> Leggi tutto l’articolo di Marzia Gandolfi
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Ingresso
Intero • € 7,00
Ridotto soci UniCoop Firenze • € 6,00
Ridotto over 65 (fino alle ore 18.30, esclusi festivi e prefestivi) • € 6,00
Omaggio bambini • ingresso omaggio solo la domenica
Ridotto studenti under 18 • € 5,00
Ridotto studenti universitari (solo per ultima replica del giorno) • € 5,00
PROVA L’APERICINEMA DE “I RAGAZZI DI SIPARIO”
con le specialità preparate dai nostri ragazzi
APERICINEMA • ingresso al film + aperitivo = € 12,00
/ CINEMA ore 21.30
per la rassegna “Ciak sul lavoro”
Quanto basta
Sarà presente il regista Francesco Falaschi
Regia: Francesco Falaschi
Sceneggiatura: F. Falaschi, Filippo Bologna, Ugo Chiti, Federico Sperindei
Fotografia: Stefano Falivene
Interpreti: Vinicio Marchioni, Valeria Solarino, Luigi Fedele, Nicola Siri, Mirko Frezza, Alessandro Haber
Italia 2018; colore; 92 minuti
La Toscana è tutta una luce. Degradante e armoniosa, mai accecante. Un panorama inconfondibile. Un paesaggio disegnato dal lavoro dell’uomo. Le colline, le strade, i casali, il verde dei campi, i profili, la trasparenza. Chiusi, la Valdorcia, le Crete senesi, è il set del nuovo film di Francesco Falaschi, grossetano classe 1961, che ritorna dietro la macchina da presa dopo alcuni anni di lontananza. “La Toscana è la terra giusta per perdersi e ritrovarsi” dice Falaschi.
A perdersi e ritrovarsi in questo viaggio insieme geografico e psicologico che profuma di strade bianche, anche se asfaltate, sono Arturo, chef una volta stellato, finito in disgrazia che sconta una pena nei servizi sociali, e Guido, un ragazzo affetto dalla sindrome di Asperger che frequenta, con esiti a dir poco stellari, un corso di cucina per ragazzi problematici. L’incontro funziona. Riottoso all’inizio, complice alla fine. Senza saperlo, entrambi “diversi” in una terra di mezzo, si prenderanno cura l’uno dell’altro, aiutandosi a crescere, a prendere coscienza di sé, dei propri limiti e assumersi le proprie responsabilità.
“Lo spunto del concorso culinario – racconta Falaschi – nasce dal fenomeno dilagante dei cuochi guru, che sanno tutto di tutto, che vanno in televisione a pontificare di questo e di quello, opinion leader e intellettuali del cui parere non si può prescindere: ora tutti vogliono diventare chef, ma poi è difficile dire se oggi davvero si mangia meglio meglio di ieri”. In questo prendersi gioco, ma senza cattiveria, perchè tutto il film respira di un’aria fresca e solidale, degli eccessi della creatività culinaria, è una battuta: “Il mondo ha più bisogno di un perfetto spaghetto al pomodoro che di un branzino al cioccolato”.
Fra baccalà e timballi firmati Artusi, crisi e ricatti, melodiose avventure e buoni sentimenti, protagonisti di questo romanzo di formazione condito di umorismo, grazia e leggerezza, volano alto i due interpreti: Marchioni (Arturo), bravo e picaresco quanto basta, e soprattutto Fedele (il “Piuma” di Roan Johnson”), che fraseggia il suo handicap con tenerezza e disinvoltura, nei margini di una malattia che è grave ma non gravissima (“autismo a basso bisogno di sostegno” viene diagnosticato), una recitazione fatta di sguardi eruditi e movimenti dialettici, appresa sul campo. “Frequentare questi ragazzi – dice Luigi – è stata una esperienza straordinaria, che umanamente mi ha arricchito, mi ha fatto crescere. Certo all’inizio mi sono documentato, ho letto, ho visto tutto il possibile, ma la differenza l’ha fatta relazionarsi con loro, ascoltarli, scoprire la loro sincerità: una autentica maestra di vita”.
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Ingresso
Biglietto unico • € 4,00